Il caso Eurovita
Come siamo arrivati a questo punto e 3 lezioni che possiamo trarre da questa vicenda
Dopo il terremoto che ha colpito i mercati finanziari l’anno scorso, il 2023 inizia con un caso che rischia ancora una volta di minare la fiducia dei risparmiatori italiani.
Da anni le gestioni separate erano diventate il porto sicuro per gli investitori più prudenti e allergici alla volatilità dei mercati finanziari, ora la vicenda Eurovita fa vacillare molte certezze date per granitiche.
Come siamo arrivati a questo punto e quali lezioni possiamo trarne?
La storia di Eurovita
La società di Private Equity inglese Cinven nel 2016 è entrata nel mercato assicurativo italiano acquistando prima Ergo Italia e poi Old Mutual Wealth, nel 2017 acquista Eurovita e procede alla fusione delle 3 società in Eurovita S.p.A.; infine, nel 2019, acquisisce Pramerica Life.
A settembre 2021 IVASS avvia un’ispezione in Eurovita al termine della quale rileva un coefficiente di solvibilità inferiore a quello previsto dalla normativa e chiede una ricapitalizzazione di 150 milioni di euro.
Ai tempi nulla di particolarmente preoccupante: a fronte di una soglia di tolleranza minima del 150%, la compagnia presenta un coefficiente di 134%.
Cinven, nel frattempo, mette in vendita il gruppo, ma non riceve offerte che reputa soddisfacenti.
Nel 2022, complice l’aumento dei tassi, una riduzione delle sottoscrizioni e l’aumento dei riscatti, la situazione patrimoniale di Eurovita si complica e il coefficiente di patrimonializzazione scende al 110%. Per questo motivo, a settembre 2022, IVASS aumenta la richiesta di nuovo capitale a 250 milioni.
Cinven vuole però vendere il gruppo e non è intenzionata a ricapitalizzare Eurovita.
Il 31 gennaio di quest’anno IVASS si vede costretta a commissariare la società assicurativa e dà mandato ad Angelo Santoliquido (un nome, una garanzia) di trovare un acquirente o i capitali per mettere in sicurezza il bilancio della società entro il 31 marzo 2023.
A fronte di un coefficiente di solvibilità sceso intorno al 100% e in presenza di numerose richieste di rimborso, il commissario, per evitare la fuoriuscita di ulteriore capitale, il 6 febbraio sospende i riscatti.
E’ il primo caso in Italia in cui vengono bloccati i riscatti di una compagnia assicurativa.
A fine 2022 il gruppo Eurovita aveva masse in gestione per 15,4 miliardi di euro, di cui 8,2 miliardi in gestioni separate, e 353.000 clienti.
Come funzionano le Gestioni Separate
Le polizze rivalutabili sono contratti assicurativi che prevedono la garanzia del capitale investito e hanno una particolare meccanismo contabile che permette di proteggere l’investitore dalla volatilità di mercato.
I premi versati dai risparmiatori vengono investiti dalla compagnia in strumenti a basso rischio, prevalentemente obbligazioni. Finché questi titoli rimangono all'interno della Gestione e non vengono venduti, sono valorizzati al prezzo a cui sono stati inizialmente acquistati invece che al loro prezzo effettivo (il cosiddetto criterio di contabilizzazione a "valore storico"). Le oscillazioni di prezzo dei titoli quindi non incidono sul valore dell’investimento nella gestione separata.
In questo modo la compagnia si fa carico del rischio di mercato e “protegge” il cliente dalla volatilità degli strumenti che sono contenuti nella Gestione Separata.
Facciamo un esempio:
BTP 1AP30 1,35% (IT0005383309) acquistato il 29/12/2019 a prezzo di 100,22€.
Se tu avessi acquistato personalmente il titolo, oggi ti troveresti in forte perdita perché il prezzo è sceso da 100,22 a 84,33 (-16% ca.).
All’interno di una gestione separata invece il titolo viene contabilizzato al suo prezzo storico: quello di acquisto. Solo nel caso in cui la compagnia vendesse il titolo questo genererebbe una perdita.
La compagnia si fa quindi carico della variazione di prezzo tra il momento di acquisto (100,22) e quello attuale (84,33) e garantisce il capitale investito indipendentemente dalle oscillazioni di prezzo dei titoli sottostanti.
La gestione separata è quindi uno strumento che serve per trasferire il rischio di mercato (volatilità) dal sottoscrittore alla compagnia.
Finché la compagnia che gestisce la Gestione Separata ha i capitali necessari per fare fronte ad un normale flusso di riscatti senza dover vendere i titoli in essa contenuti, il meccanismo funziona.
Il problema sorge quando i prezzi dei titoli presenti all’interno della gestione scendono sensibilmente, i riscatti sono molto maggiori delle sottoscrizioni e la compagnia non è sufficientemente capitalizzata.
Esattamente quello che è successo ad Eurovita negli ultimi mesi: la società era sottocapitalizzata, durante il 2022 i prezzi delle obbligazioni sono crollati e i clienti, spaventati dal commissariamento della compagnia, hanno chiesto in massa il riscatto delle polizze.
Il blocco dei riscatti
Il commissario Santoliquido, per tutelare il patrimonio dei clienti di Eurovita, si è visto costretto a bloccare i riscatti per evitare che i titoli presenti nella gestione separata venissero venduti in massa a prezzi molto minori rispetto a quelli di acquisto generando una perdita che la compagnia in questo momento non è in grado di sostenere.
Facciamo un esempio: ipotizziamo che all’interno della gestione separata ci siano titoli acquistati per 1 miliardo di euro. Il prezzo dei titoli scende del 20%, quindi il valore complessivo degli strumenti all’interno della gestione scende a 800 milioni.
Se tutti i sottoscrittori chiedessero in quel momento il rimborso delle loro polizze (valorizzate al prezzo storico e quindi per un totale di 1 miliardo), la compagnia dovrebbe mettere di tasca propria la differenza pari a 200 milioni.
Come andrà a finire la vicenda Eurovita?
I tempi a disposizione del commissario Santoliquido per trovare una soluzione sono molto stretti, meno di 45 giorni.
Ma sia le autorità (IVASS) che il mondo bancario e assicurativo italiano (e Cinven) hanno tutto l’interesse a fare in modo che la situazione si risolva nel migliore dei modi con l’acquisto di Eurovita da parte di un'altra compagnia o la ricapitalizzazione della società.
Conclusioni
Questa vicenda dovrebbe far riflettere su alcune questioni:
- È importante avere ben chiaro quali valori ti muovono, quali sono i tuoi obiettivi e l’orizzonte temporale entro cui vuoi raggiungerli e utilizzare strumenti adeguati.
L’obiettivo di una società di Private Equity è quello di acquisire società per rivenderle in tempi brevi traendone il maggior profitto possibile. L’obiettivo dichiarato di Cinven è valorizzare le acquisizioni in un arco di 4-5 anni.
Gli obiettivi della società e i suoi tempi sono in palese contrasto con lo strumento scelto: una società assicurativa, che, per sua natura, si muove in un ambiente molto regolamentato e con interessi non solo economici.
Non commettere lo stesso errore.
- È fondamentale investire con consapevolezza.
Per farlo è necessario capire in cosa stai investendo i tuoi risparmi. È quindi compito di chi propone strumenti d’investimento e interesse di chi li sottoscrivere che ci sia estrema chiarezza sulle loro caratteristiche e il loro funzionamento.
- Basso rischio non vuol dire rischio zero.
Il fatto che le Gestioni Separate sono strumenti che offrono la garanzia del capitale investito non vuol dire che non implichino dei rischi, per quanto piccoli. Anche lasciare la liquidità in conto corrente presenta dei rischi, così come investire in un’obbligazione governativa o di una società solida.
La scelta di una compagnia assicurativa, così come di una banca o di un emittente obbligazionario, espone ad un rischio specifico: che quell’entità incontri in futuro dei problemi finanziari al momento imprevedibili.
Nessuno si immaginava che un giorno potessero essere bloccati i riscatti di una compagnia assicurativa italiana, nonostante questa possibilità fosse prevista dalla normativa. Così come nessuno si aspettava che Lehman Brothers potesse fallire prima del settembre 2008.
Cose che non sono mai successe prima accadono più spesso di quello che pensiamo.
Il rischio finanziario è presente in qualunque scelta che riguardi i tuoi risparmi, che tu decida di investirli, lasciarli liquidi su un conto corrente o seppellirli in giardino.
Invece che chiudere gli occhi o pensare di aver trovato il modo di eliminare qualunque rischio è meglio imparare a conoscere e gestire quei rischi e conviverci con consapevolezza.
La via maestra resta la diversificazione.
Diversification,”this is the way” (citazione per i fan di Star Wars)
Risk is what’s left over after you think you’ve thought of everything. It’s the car you never saw that kills you. So the interesting question isn’t what are we doing about the things we’ve seen in the past, but what aren’t we thinking about that’s going to hit us in the future?
Carl Richards
Il rischio è ciò che rimane una volta che hai pensato a tutto.
È l’auto che non hai visto arrivare che ti investirà.
Invece che chiederci cosa stiamo facendo riguardo a ciò che è già successo in passato, dovremmo chiederci a cosa non stiamo pensando che potrebbe colpirci in futuro.
A settimana prossima!
Grazie per aver letto “Investire con Intelligenza”
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