Mercoledì 2 aprile, il presidente Trump è salito sul podio nel Giardino delle Rose alla Casa Bianca e ha annunciato dazi "reciproci" da applicare sui beni importati da ogni partner commerciale del mondo, e non solo.
In un evento che ha definito "Giornata della Liberazione" (Liberation Day), il presidente ha presentato la sua lista di dazi su un cartellone simile a un progetto di scienze di scuola media.
La convinzione di Trump e della sua amministrazione riguardo agli βsquilibriβ nellβeconomia mondiale dovuti al fatto che gli Stati Uniti si accollano enormi costi per partner commerciali e alleati era nota.
Anche il fatto che la misura individuata per rettificare questi squilibri e portare alleati e partner a farsi carico in prima persona di questi presunti costi fossero i dazi commerciali era stato ampiamente pubblicizzato.
Tuttavia, la dimensione e l'ambito straordinari dei dazi annunciati mercoledì va ben oltre a ciò che il resto del mondo aveva immaginato nei suoi sogni più sfrenati.
I mercati (e i partner commerciali) si aspettavano tariffe nellβordine del 10%-20% e nei giorni precedenti al Liberation Day avevano giΓ prezzato queste misure.
Si era parlato di βtariffe reciprocheβ. Gli Stati Uniti avrebbero, cioΓ¨, deciso tariffe alle importazioni uguali a quelle che gli altri paesi applicano alle esportazioni statunitensi. Le tariffe sono state invece fissate in modo proporzionale al deficit commerciale statunitense rispetto agli altri paesi secondo la formula (trade deficit/importazioni USA). Una modalitΓ di calcolo quantomeno "fantasioso".
Ai due maggiori partner commerciali, Cina ed Europa, sono state imposte tariffe rispettivamente del 34% e del 20%. Quelle per la Cina si vanno ad aggiungere al 20% giΓ deciso in precedenza.
I mercati hanno reagito con violenza a questo colpo di scena;
prima con un forte calo giovedΓ¬, poi proseguito anche nella giornata di venerdΓ¬ a seguito dellβinaspettata reazione di Pechino che, a sua volta, ha imposto dazi del 34% sulle merci statunitensi e previsto controlli alle esportazioni di terre rare.
Non Γ¨ chiaro quanto i dazi americani siano una misura volta a portare i partner commerciali al tavolo delle trattative, e possano quindi poi essere ridotti o cancellati, e quanto siano invece un fine ultimo per βfare cassaβ e finanziare i tagli alle tasse promessi dallβamministrazione Trump.
CiΓ² che Γ¨ noto da ormai un secolo Γ¨ che i dazi sono una misura dannosa per lβeconomia sia di chi li impone che di chi li subisce.
Una guerra dei dazi sarebbe molto dannosa per lβeconomia globale odierna che si basa sul libero commercio e in cui le catene produttive dei vari paesi sono fortemente interconnesse.
Oltre a deprimere il commercio globale, i dazi creano dei costi che aumentano i prezzi dei beni e hanno quindi un effetto inflattivo.
Le prossime settimane ci diranno quale strada si prenderΓ :
se si andrΓ verso unβescalation della guerra commerciale oppure se Stati Uniti e gli altri paesi intavoleranno delle trattative volte a ridurre, mitigare o annullare le barriere annunciate mercoledΓ¬.
Lβimpatto sui mercati
I mercati vedono i dazi e unβeventuale guerra commerciale globale come un fenomeno che danneggia la crescita economica, con possibili effetti recessivi, e, al tempo stesso, aumenta lβinflazione, in particolare negli Stati Uniti.
Per questo motivo, a soffrire maggiormente da inizio anno sono stati il dollaro e il mercato azionario americano:
In particolare, allβinterno dellβazionario a stelle e strisce, a perdere maggiore terreno sono stati i giganti tecnologici e le societΓ con le valutazioni piΓΉ elevate:
Mentre il principale indice azionario americano, lβS&P 500 (SPY), Γ¨ sceso del 14% ca., lβindice tecnologico Nasdaq (QQQ) perde il 17% e le βMagnifiche 7β (Apple, Microsoft, Nvidia, Google, Amazon, Meta, Tesla) sono in calo del 24% (MAGS).
La beniamina degli investitori nel 2024, Nvidia (NVDA), Γ¨ crollata di quasi il 30% e Tesla (TSLA) di Elon Musk del 40%.
Questo calo sta avendo lβeffetto benefico di sgonfiare le valutazioni astronomiche di molte societΓ tecnologiche e riportare molti investitori con i piedi per terra.
Come ho scritto anche settimana scorsa:
βI cali sono salutari perchΓ© ci riportano con i piedi per terra e ci ricordano che investendo ci stiamo esponendo ad un rischio.
Ed Γ¨ il rischio ciΓ² che, nel tempo, restituirΓ un rendimento.
Quando i mercati salgono senza sosta, e a volte senza logica, come negli ultimi mesi, Γ¨ facile dimenticarselo.
E quando ci si dimentica che investire Γ¨ intrinsecamente rischioso, si puΓ² fare lβerrore di assumersi troppo rischio e di farlo con leggerezza.Inoltre i cali fanno pulizia degli eccessi presenti sui mercati.
Sgonfiano lβeuforia irrazionale degli investitori.
Abbassano le valutazioni fuori da ogni logica.
I cali ci riportano con i piedi per terra e ci ricordano che i rendimenti non sono gratuiti, ma si pagano con la volatilitΓ e anche con periodi piΓΉ o meno lunghi di sofferenza.β
CONCLUSIONE
Non esistono strategie miracolose per ottenere elevati rendimenti senza correre rischi.
E non esistono strategie magiche per godere della crescita e al tempo stesso evitare i cali a cui periodicamente i mercati azionari sono soggetti e la sofferenza che questo genera negli investitori.
Ci saranno sempre motivi piΓΉ o meno buoni per vendere le azioni che si detengono per βliberarsiβ da questa sofferenza.

Ma comprare quando i prezzi salgono e vendere quando i prezzi scendono, per quanto possa sembrare emotivamente appagante, non Γ¨ una strategia lungimirante.
Come Γ¨ sempre successo in passato, una volta che ne saremo sufficientemente lontani (temporalmente ed emotivamente), questi cali appariranno come unβopportunitΓ .
Non so quanto o per quanto scenderanno i mercati.
Non so quando toccheranno il fondo.
Non so quanto tempo ci metteranno per riprendersi.
Nessuno lo sa.
Non so se questo calo assomiglierΓ agli ultimi che abbiamo vissuto.
Nei 5 anni passati ce ne sono stati diversi:
Ma se hai investito con consapevolezza e intelligenza i tuoi risparmi, questo non Γ¨ il momento di vendere.
In bear markets, stocks return to their rightful owners.
J.P.Β Morgan
Buona domenica!
Grazie per aver letto
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