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Guerra dei dazi, licenziamenti a pioggia e riarmo europeo
Dopo mesi di calma piatta e di continua crescita (fatto salvo il fugace incidente giapponese dellโestate scorsa), nelle ultime due settimane i mercati hanno incontrato la prima turbolenza del 2025.
Se fino ad un paio di mesi fa gli investitori erano euforici, vuoi per lโottimo andamento dei mercati e dellโeconomia americana, vuoi per lโelezione di un presidente pro-mercato, vuoi per il radioso futuro promesso dallโintelligenza artificiale, รจ bastato poco piรน di un mese dallโinsediamento della nuova amministrazione americana per vedere un drastico cambio di umore:
Prima le tariffe doganali minacciate, rimandate, poi imposte e infine circoscritte a Messico e Canada, i principali partner commerciali statunitensi. Oltre a quelle a Cina ed Europa.
Poi i licenziamenti in massa di dipendenti pubblici da parte del neo istituito dipartimento guidato da Elon Musk: il DOGE (Department of Government Efficiency).
Infine, il colpo di grazia al sentiment degli investitori รจ arrivato dalle proiezioni della FED di Atlanta sulla crescita del PIL a stelle e strisce per il primo quadrimestre, precipitate in poche settimane da +3,8% a -2,8%.
Lโincertezza pesa sui mercati.
I dipendenti federali che hanno perso il lavoro dalla sera alla mattina hanno sicuramente ridotto i loro consumi; e probabilmente molti loro colleghi che non sono stati licenziati temono per il loro posto di lavoro e hanno quindi deciso di congelare o rimandare molte delle loro spese.
Dal canto loro, le aziende americane hanno fatto incetta di beni provenienti da Canada e Messico prima che entrassero in vigore i dazi e questo ha fatto letteralmente esplodere le importazioni americane nelle ultime settimane.
Il PIL di un paese รจ dato dai consumi (C) piรน la spesa governativa (G) piรน gli investimenti (I) piรน le esportazioni nette (esportazioni meno importazioni: X - M).
La previsione di forte calo del PIL nel primo trimestre si spiega con la riduzione dei consumi e lโaumento fuori dal comune (ma temporaneo) delle importazioni, quando tutti, dopo la presidenza Trump, si aspettavano rialzi molto significativi.
Anche la spesa pubblica รจ una componente significativa del PIL e anchโessa รจ stata ridotta drasticamente.
Questi fattori potrebbero essere temporanei e rientrare una volta che le tariffe saranno state definite e i tagli attuati e compensati dalle tanto attese riduzioni delle tasse, ma nel frattempo generano preoccupazione e incertezza.
Sullโaltra sponda dellโAtlantico, la scelta della nuova amministrazione americana di ridurre drasticamente lโimpegno militare in Ucraina e in tutta Europa ha costretto i governi nazionali e lโestablishment europeo a uscire dal loro torpore e impegnarsi finalmente per rafforzare e integrare la difesa comunitaria.
Nei giorni scorsi la presidente della commissione europea ha presentato un piano da 800 miliardi di euro per il riarmo europeo e il cancelliere tedesco in pectore si รจ impegnato ad alleggerire le rigide regole di bilancio tedesche, ad aumentare le spese per la difesa e a creare un fondo da 500 miliardi di euro per investimenti infrastrutturali finanziati con nuovo debito.
Questa svolta radicale nella politica fiscale tedesca ha innescato un brusco aumento dei rendimenti obbligazionari in tutta l'eurozona (e di conseguenza un calo dei prezzi), con il rendimento del bund tedesco a 10 anni che ha registrato il suo piรน ampio rialzo in un solo giorno da oltre 30 anni (quasi 30 basis points).

Nellโimmagine che segue puoi vedere il sensibile aumento dei rendimenti dei bund tedeschi da un mese (in rosso) ad oggi (in blu).
Questo terremoto nel mondo obbligazionario europeo ha innescato uno storico rialzo per lโEuro che in una settimana ha guadagnato il 4,71% nei confronti del dollaro.
Il calo del dollaro nei confronti dellโeuro ha aggravando ulteriormente le perdite degli investitori europei, carichi di azioni americane.
I mercati da inizio anno
Da inizio anno, dopo un mese e mezzo positivo, lโazionario globale รจ sceso in negativo, mentre le altre asset class restano positive:

A guidare le perdite del mercato azionario sono i titoli americani, in primis la tecnologia, mentre le azioni europee sono a +10%: un brusco ribaltamento rispetto allโanno scorso (e a quello che probabilmente si attendevano molti investitori):
Dal 18 febbraio, quando รจ iniziato il calo, i titoli a stelle e strisce perdono oltre il 10%:
A testimoniare, ancora una volta, lโimprevedibilitร dei mercati, nonostante (e in parte, grazie a) le mirabolanti previsioni per lโazionario a stelle e strisce e il disappunto nei confronti della "vecchia Europaโ, questo รจ lโandamento dei due mercati nellโultimo anno:
Lโeccessivo ottimismo spesso genera delusioni, mentre lโeccessivo pessimismo porta a sorprese positive.
CONCLUSIONE
Quello che stiamo vivendo รจ un calo transitorio, oppure lโinizio un un crollo piรน profondo?
Non ne ho idea.
I cali sui mercati azionari non sono una novitร e nemmeno un evento raro: sono la normalitร .

I cali, anche profondi, non sono una possibilitร remota; sono una CERTEZZA.
Quello che non sappiamo (e che non possiamo prevedere) รจ quando si verificheranno, quali ne saranno le cause, quanto saranno profondi e quanto dureranno.
Eโ quindi buona regola prepararsi, sia finanziariamente che psicologicamente, ad affrontarli, sopportarli e, magari, approfittarne.
Il peggior errore che puoi commettere con i tuoi investimenti รจ fare scelte dettate dallโemotivitร
Invece, il modo migliore per gestire i tuoi risparmi รจ:
avere un piano finanziario (investire consapevolmente per far fronte sia ed esigenze di breve che di medio e di lungo termine)
avere unโesposizione al rischio adeguata alle tue esigenze e che sei in grado di mantenere tanto nei momenti positivi che, e a maggior ragione, in quelli negativi
non modificare i tuoi investimenti semplicemente perchรฉ i mercati sono saliti o scesi oppure in base a questa o quella previsione, ma in base a regole ragionate e predeterminate e a come cambiano le tue esigenze nel tempo
Ha piรน senso tentare di prevedere oppure prepararsi?
P.S.: 16 anni fa, il 9 marzo 2009, il principale indice azionario americano (S&P 500) toccava 676 punti, dopo un crollo del 57% iniziato 18 mesi prima.
Da allora รจ cresciuto di oltre il 900% e venerdรฌ scorso ha chiuso a 5.770 punti.
Buona domenica!
Grazie per aver letto
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Post sempre chiari e preziosi. Grazie Federico !