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Nei due precedenti articoli ho delineato le caratteristiche che rendono unico lβoro e lo hanno reso il bene rifugio per eccellenza e chiarito quali sono le dinamiche che ne determinano il prezzo; ho poi elencato le caratteristiche dellβoro come asset finanziario e i suoi pro e contro.
Oggi vedremo invece come si comporta lβoro se inserito in un portafoglio al fianco di azioni ed obbligazioni.
Oro come componente di un portafoglio dβinvestimenti
I principali contributi allβidea di inserire lβoro come asset finanziario in un portafoglio dβinvestimento vengono prima da Harry Browne, consulente finanziario, scrittore e politico americano e poi da Ray Dalio, fondatore del piΓΉ grande Hedge Fund al mondo: Bridgewater Associates.
Lβidea nasce dalla terribile esperienza degli anni β70, flagellati da unβinflazione fuori controllo e da una crescita economia anemica, la cosiddetta stagflazione. In un contesto economico del genere sia azioni che obbligazioni soffrono e non riescono a tenere il passo con il caro vita.
Allβinizio degli anni β80 Browne definisce quattro regimi economici a seconda dellβandamento di crescita economica e inflazione: prosperitΓ (crescita positiva e inflazione sotto controllo o in discesa), inflazione (crescita economica ed inflazione elevate), declino (crescita negativa o anemica ed elevata inflazione) e deflazione (crescita e inflazione negative).
Nelle fasi di prosperitΓ lβinflazione Γ¨ contenuta, i tassi dβinteresse sono bassi e lβeconomia cresce ad un passo spedito; queste sono le condizioni ideali per le azioni.
Nelle fasi di deflazione lβeconomia Γ¨ in recessione, il chΓ© deprime i consumi e quindi i prezzi, e le banche centrali tagliano i tassi dβinteresse per stimolare la crescita; in questo contesto le obbligazioni a tasso fisso sono favorite dal calo dei rendimenti e dallβinflazione contenuta.
Nelle fasi di declino lβinflazione Γ¨ elevata o fuori controllo, le banche centrali sono costrette ad alzare i tassi e la crescita economica ne risente; le azioni soffrono e le obbligazioni ancora di piΓΉ. Lβasset che si comporta meglio in questo contesto Γ¨ la liquiditΓ (intesa come obbligazioni governative a brevissimo termine).
Infine, nelle fasi di iper-inflazione, lβeconomia cresce, ma non riesce a tenere il passo dellβinflazione; in questo contesto le azioni languono, le obbligazioni soffrono e lβoro brilla.
Dallβesigenza di fornire risultati positivi in qualunque contesto economico, nasce lβidea di creare un portafoglio composto in egual misura da azioni, obbligazioni, liquiditΓ e oro: il Permanent Portfolio.
Negli anni β90 Ray Dalio elaborΓ² il concetto dei quattro quadranti sviluppando quello di risk parity su cui si basa il suo All Weather Portfolio.
Ma di questi due portafogli e di risk parity parleremo unβaltra volta.
In soldoni, lβidea di inserire lβoro in un portafoglio dβinvestimento Γ¨ figlia dello shock dovuto ai difficili anni β70, alla decisione dellβamministrazione Nixon di decretare la fine del Gold Standard nel 1971 e al successivo exploit dellβoro.
Che effetto avrebbe aggiungere una modesta quota di oro in un portafoglio composto da azioni e obbligazioni?
Andiamo a vederlo insieme.
Portafoglio con e senza oro, un esempio
Di seguito metto a confronto un semplice portafoglio composto al 50% da azioni e al 50% da obbligazioni governative e uno in cui viene inserito un 10% di oro (45% azioni, 45% obbligazioni e 10% oro), entrambi ribilanciati annualmente.
Ho condotto le due simulazione sul sito Lazy Portfolio ETF, i dati sono in euro e partono dallβagosto 1974 fino a ottobre 2024 (oltre 50 anni).
Portafoglio 50/50:



Portafoglio 45/45/10:



In sintesi, questo Γ¨ il risultato:
Inserire in portafoglio il 10% di oro, sostituendo una parte di azioni e una di obbligazioni, negli ultimi 50 anni ha generato un rendimento molto simile (Yearly Return) a quello di un portafoglio 50/50, ma con meno volatilitΓ (Std Deviation), cali (Max Drawdown) meno profondi e tempi di recuperi (Recovery Period) inferiori.
Inoltre, il portafoglio 50/50 ha sempre generato un rendimento positivo per chiunque lo avesse mantenuto per almeno 10 anni.
Investendo nel portafoglio 45/45/10, invece, (con il senno di poi) sarebbe stato sufficiente mantenere lβinvestimento per 7 anni per avere la certezza di un rendimento positivo.
Anche aumentando o diminuendo lβesposizione azionaria, lβeffetto dellβoro in portafoglio non cambia molto: rendimento molto simile, ma con una riduzione della volatilitΓ e dei cali.
Portafoglio 80/20 e portafoglio 75/15/10:
Portafoglio 30/70 e portafoglio 25/65/10:
Eβ importante comprendere che inserire semplicemente dellβoro in portafoglio non Γ¨ sufficiente.
Per sperare di ottenere i benefici di mitigazione del rischio che lβoro ha fornito negli ultimi 50 anni Γ¨ fondamentale ribilanciare periodicamente le componenti del portafoglio.
Senza questβattivitΓ lβoro potrebbe avere lβeffetto opposto a quello sperato: ridurre i rendimenti e/o aumentare la volatilitΓ .
CONCLUSIONE
Questo vuol dire che inserire una quota di oro in portafoglio Γ¨ SEMPRE una buona idea?
Assolutamente no!
Ci sono stati periodi storici in cui farlo avrebbe peggiorato il rapporto rischio/rendimento del portafoglio, come nel ventennio tra il 1980 e il 2000.
E ci sono esigenze per cui lβoro potrebbe essere semplicemente una complicazione.
Lβesempio piΓΉ semplice Γ¨ quello di qualcuno con unβelevata tolleranza al rischio, che vuole investire periodicamente una parte del proprio risparmio a lungo termine con lβobiettivo di ottenere la maggiore crescita possibile;
in questo caso, la scelta ideale Γ¨ un piano di accumulo sullβazionario e aggiungere oro, soprattutto nelle fasi iniziali, aumenterebbe solo la complessitΓ dellβinvestimento.
Peraltro, su orizzonti di tempo molto lunghi, anche una differenza dellβ1% nel rendimento annualizzato puΓ² avere effetti considerevoli sul risultato finale dellβinvestimento:
10.000β¬ investiti per 50 anni al 7% diventano 320.000β¬ ca., mentre con un rendimento dellβ8% oltre 530.000β¬!
Lβutilizzo dellβoro in un portafoglio ha senso se lβobiettivo Γ¨ quello di ridurre la volatilitΓ e la profonditΓ e lunghezza dei cali, sopportando una modesta riduzione di rendimento.
Se lβobiettivo Γ¨, invece, far crescere il piΓΉ possibile i tuoi risparmi ottenendo il maggior rendimento a lungo termine (>20 anni) e accettando la volatilitΓ dellβazionario, lβoro diventa un intralcio.
E, volendo inserire dellβoro in portafoglio, la quota ideale Γ¨ sempre il 10%?
Anche in questo caso, la risposta Γ¨ no.
In alcuni periodi storici una quota superiore avrebbe fornito migliori risultati e in altri peggiori. La stessa cosa vale per una minore quota di oro.
Alcuni portafogli classici (o lazy portfolio) hanno una maggiore esposizione allβoro (Permanent Portfolio 25% e Golden Butterfly 20%), altri minore (All Weather di Ray Dalio 7,5%), mentre altri non lo prevedono affatto.
La scelta se inserire una quota di oro in portafoglio deve essere valutata in base alle tue esigenze e alle tue caratteristiche come investitore.
Ma deve partire dalla consapevolezza di quali sono le caratteristiche finanziarie dellβoro e quali sono i potenziali benefici di lungo termine di averne una modesta quota in portafoglio.
Si possono fare infinite simulazioni e trovare il portafoglio che ha fornito il miglior rendimento pesato per il rischio (risk adjusted return) in un dato periodo storico.
Il fatto Γ¨ che i backtest (le simulazioni su dati storici) ci dicono molto sul passato, ma molto poco sul futuro; per questo Γ¨ necessario essere cauti nel tentare di estrapolare precise linee guida in base a cui investire i propri risparmi.
Nessuno ci assicura che quello che Γ¨ successo in passato si ripeterΓ in futuro.
Buona domenica!
Grazie per aver letto
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